lunes, 27 de octubre de 2014

BRASILE: DILMA ROUSSEFF CONFERMATA PRESIDENTE


Aecio Neves ha riconosciuto la sua sconfitta al fotofinish e si è congratulato con Dilma Rousseff, confermata alla presidenza del Brasile. Il candidato degli Stati Uniti, dei mercati finanziari, dei grandi gruppi della borghesia di Sao Paulo e del monopolio mediatico, non è riuscito a estromettere il PT dal potere. La guerra sporca e illegale nelle ultime 48 ore di campagna, ad opera della rivista Veja -censurata dall'organismo elettorale- non è riuscita a capovolgere la situazione. Dilma Rousseff ha vinto con il 51% a suo favore, vale adire con più di 3 milioni di brasiliani hanno l'hanno preferita all'esponente del neoliberismo.

Gli avversari che ora mettono l'accento sulla polarizzazione del Brasile dovrebbero meditare su queste parole di Dilma: "..oggi sono molto più forte, serena e matura. Brasile, questa tua figlia saprà affrontare la lotta". Un dato è certo: l'oligarchia finanziaria non è riuscita a scardinare la prospettiva multipolare in cui si è collocato il Brasile. E' rinviato ad altra data il loro sogno di cancellare l'integrazione del blocco sudamericano dell'UNASUR. Aecio Neves è parte di quell'elite latino-americana neocoloniale, partigiana di un Brasile senza autonomia, subordinato a Wall stree, nemico giurato del BRICS. 

Il nuovo corso iniziato in Sudamerica nel 1998 con Hugo Chàvez continua il suo corso, con più resistenza da parte delle variegate correnti interne del "partito dell'impero". Il modello di uno sviluppo con redistribuzione, possibile grazie alla difesa dello Stato come ente che traccia il percorso nazionale, è stato riconfermato nelle urne. Anche in Uruguay, dove Tabarè Vazquez torna alla presidenza alla testa del Frente Amplio, per dare continuità e slancio al rinnovamento.

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