jueves, 18 de diciembre de 2014

USA riconosce che Cuba è sovrana e fa parte della Patria Grande

Tito Pulsinelli Dopo 54 anni, gli Stati Uniti riconoscono che Cuba è una nazione sovrana. Le sanzioni, e un ermetico blocco economico, sono stati inutili e deprecabili mezzi di coazione, inadatti a deviare o sminuire la volontà di indipendenza del popolo cubano. Meglio tardi che mai. Più di mezzo secolo per capire che con le cattive non potevano sostituirsi alla dominazione spagnola e prolungarne il regime coloniale. Fidel Castro e gli insorti cubani hanno sconfitto l'ancestrale concezione geopolitica di Washington. I Caraibi non è un "mare nostrum",
nè un grande lago privato, di cui Venezuela e Colombia costituiscono la sponda meridionale. Non è più uno spazio di cui disporre a piacimento e agirvi in modo piratesco, con invasioni. golpes e rappresaglie economiche.

La maniacale e scellerata politica delle sanzioni è fallita contro la determinazione di un popolo a liberarsi di una oligarchia che sapeva sopravvivere solo come incondizionale vassalla del poderoso vicino del nord. Uniti dal reciproco e antistorico interesse di  prolungare all'infinito il neocolonialismo e la servitù del latifondismo e dei monopoli. Non sono riusciti a impedire la formazione della nazione cubana e la sua autodeterminazione, tantomeno a cambiarne le regole e l'rdinamento. La pulce è stata più forte dell'elefante. Anche dopo il crollo dell'Unione sovietica, quando tutti i "saputelli d'occidente" scommettevano su quanto tempo di vita rimanesse alla dignità di Cuba sovrana.

Una lezione chedovrebbe far riflettere gli "sciacquapalle di Bruxelles", succubi sanzionatori autolesionisti d'un gran Paese capace di enormi sacrifici: quando suoi soldati si ritiravano, davano fuoco alle città  per non concedere vantaggi a Napoleone e Hitler. 

Obama si è imposto ai tanti neocon presenti nel suo governo e ai ruspanti personaggi coautori dell'infelice diplomazia verso il continente al sud del rio Bravo. E' una giornata nera per l'ultrareazionaria cricca cavernicola dei cubani di Miami, a cui il Dipartimento di Stato ha sempre appaltato le relazioni con l'America latina. E' uno scatto di orgoglio, un primo atto degno e coraggioso, grazie al quale Obama verrà ricordato gratamente nel tempo -almeno nelle Americhe- e che permette di recuperare il sostegno dei suoi numerosi elettori latinos.

Due ambasciatori sono in partenza per Washington e L'Avana. Tre prigionieri cubani e uno nordamericano sono stati liberati e tornano a casa. Gli inguaribili media non si smentiscono mai, e curiosamente definiscono “spie“ i tre cubani e “agente” l'altro. L'annuncio dell'accordo che segna l'inizio del disgelo è stato dato nel giorno in cui l'occulto tessitore di questa trama celebrava il compleanno. Papa Francesco non ha ottenuto l'immediata sospensione delle sanzioni, ma ha segnato un gran gol a favore della pace e dell'integrazione della Patria Grande, a lui tanto cara.
 



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